CINPSY EDITION

Home    -   Libri   -   Autori   -   Attività
  E-mail | Forum | Ricerche | Contatti | Link  
Un libro per conoscersi e conoscere le leggi della vita.....  
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

. . .

News

RACCONTI AFRICANI

e PRESILANI

 

 

*****

RACCONTI AFRICANI e PRESILANI

 di ENRICO G BELLI

 



****



Kariba, la mia Africa.

Operation Noah - Operazione Arca di Noè

Quella primavera del '69

 

2014, pp. 248, € 16,00

CINPSY EDITION

  

     I ricordi di una fanciullezza-adolescenza sono il lievito di questo narrare poetico: un'esperienza emozionante vissuta sui contrafforti del mitico fiume Zambesi in Sud-Africa, dove per 5 anni migliaia di emigranti italiani vissero sulle colline dell'altopiano molti avvenimenti creativi contribuendo alla costruzione di una diga, una centrale elettrica ed un grande bacino artificiale, denominato Lago di Kariba.

  La narrazione oltre che riportare fatti storici importanti, come l'integrazione tra le varie etnie, le divergenze politiche e le difficoltà incontrate dalle maestranze nelle costruzioni per imbrigliare il fiume Zambesi, riporta la crescita di un gruppo di ragazzi adolescenti alla Kariba School e nell'habitat circostante della foresta a galleria, dove inscenavano divertenti giochi e fantasiose avventure.

  Fenomeni di costume nella vita delle persone multi-etniche vengono narrati con un sentimento compartecipe: dai morti della diga, alle lotte delle tribù batonga, ai legami di amore e di amicizia, fino allo spettacolare salvataggio dalle acque degli animali della foresta, denominato "Operation Noah" - (Operazione Arca di Noè).

  In appendice alcuni racconti presilani dopo il ritorno in Italia. Dedicato a coloro che vissero a Kariba e alle persone che desiderano conoscere quella straordinaria avventura del lavoro italiano in Sud-Africa.

*****

DEDICATO A

Alla memoria di mio padre Giovanni Belli,

senza la sua linea immaginifica

questi racconti non avrebbero avuto senso. 

A Mister Rupert Fothergill,
capo ranger rhodesiano della misssion

“Operation Noah”, per il suo eroico impegno 

alla salvaguardia degli animali. 

Entrambi dedicarono alcuni degli anni

della loro maturità
alla costruzione e alla salvaguardia 

dell’habitat del Lago di Kariba. 

Mio padre Giovanni, morì a cinquantanni e sette mesi

il 29 luglio 1970.

Mister Rupert Fothergill
è morto a 62 anni il 26 maggio1975 

e oggi un’isola del Lago Kariba porta il suo nome.

(...)
Un ringraziamento particolare a Frank Clements. 

Vengono riportate nella narrazione alcune pagine storiche

sulla creazione della cittadina karibiana

ed altre notizie, tratte

dal suo memorabile racconto 

“ Kariba: The Struggle with the River God (1959)”

Versione italiana 

Kariba, la lotta col dio fiume ,

Milano,Garzanti, 1960, pp.224.

Trad. Helen Dennis Guglielmini. 

*****

 

1. Kariba- il paese del sogno 

(...) Nella valle dello Zambesi, a sud verso la confluenza con il Sanyati, vivevano i Batonga. Nel 1957, quando la nostra famiglia raggiunse mio padre, cominciava il loro esodo. Furono convinti a spostarsi verso terre vicine in quanto le loro sarebbero state invase dalle acque...”, iniziai. “Anche là una foresta alluvionale?”, chiese Joanna. 

“Non proprio. La pianura sarebbe stata invasa dalle acque frenate dalla diga, che aveva imbrigliato il fiume sulle gole di Kariba ...”. 

“E tu eri là? Come mai?”, chiese Iris. 

“Mio padre lavorava con l’Impresit-Kariba, un consorzio di ditte italiane che aveva avuto l’appalto più grosso per la costruzione della diga e della centrale idroelettrica...”. 

“Noi italiani siamo un popolo di emigranti, anche mio padre venne in Ecuador per lavoro, poi si è sposato con mia madre e adesso viviamo a Quito...”, entrò Joanna. ” 

“A Kariba, una cittadina sorta in poco tempo sulle colline, l’ambiente era cosmopolita. Sulle sue strade punteggiate dalle acacie e allietate dai babbuini si potevano ascoltare varie lingue: inglese, francese, spagnolo, americano, svizzero, portoghese, svedese...Potevi sentirti chiamare: mister, senhor, monsieur, baas, anche se l’appellativo più consueto nella Kariba bianca era «signore». Gli Italiani eravamo il gruppo etnico più numeroso, quello preferito dagli indigeni d’etnia «Bantu», come i Batonga, questi sembravano imparare meglio l’italiano che l’inglese...”. 

“Noi Italiani siamo un popolo che familiarizza subito con tutti!”, disse Joanna. 

“E’ vero, intervenne Iris, noi Tedeschi siamo più severi come i suoni gutturali della nostra lingua”. 

“E poi...Come si viveva in Sudafrica ?”, chiese Alexandro. 

“...Frequentavo la Kariba-School, i miei compagni erano inglesi, francesi, portoghesi, spagnoli, etc... e naturalmente italiani”. 

“Un gruppo varieggiato, come questo nostro sul Napo!”, disse Joanna. 

“E’ quello che stavo dicendo prima... L’ambiente cosmopolita ebbe la sua notorietà internazionale quando, imbrigliato il fiume, iniziò l’esodo degli animali della foresta... 

Lo Zambesi aveva tentato di ribellarsi alla cattura con tutte le sue forze: dal 1956 al 1958, grandi ondate di piena rischiarono di ritardare i lavori. Nel 1957 la piena allagò il «cofferdam», lo sbarramento provvisorio per approntare le fondazioni in corrispondenza dell’alveo del fiume deviato temporaneamente, con una portata di 8200 metri cubi il secondo. Il canto del cigno, prima della sua resa, il fiume lo dette con l’ondata di piena del 1958 che raggiunse l’incredibile portata di 16.300 metri cubi il secondo. Le acque spazzarono via tutto intorno alla diga in costruzione (i ponti dei veicoli e dei pedoni) e tutte le strade adiacenti alla gola. (...) 

Ricordo quei giorni: mio padre faceva dei turni di lavoro massacrante; l’unica soddisfazione sua, e quella dei tecnici e delle maestranze, era quella di aver evitato il disastro totale. «La cattedrale», la grande zona scavata sottoterra (cuore della centrale idroelettrica) per allogarvi turbine- generatori- trasformatori giganteschi, fu salvata in quanto gli accessi furono ostruiti con la massima rapidità. Come opera di prevenzione furono costruite due cateratte aggiuntive per fronteggiare evenienze future di altre grandi piene...”. 

“E l’esodo degli animali? Come avvenne?”, chiese Joanna. 

“A pensarci bene fu lo stesso Zambesi ad avvisare la fauna con le sue enormi piene, favorendo lo spostamento più a nord e più a sud della grande valle... Poi, quando furono ripresi i lavori ed eretta la diga, la grande piena artificiale iniziò a sommergere la valle (dicembre 1958). Gli elefanti ed i bufali, rimasti in trappola sulle isole provvisorie, che diventavano sempre più piccole con 1’avanzare delle acque, si salvarono a nuoto raggiungendo le sponde. La foresta vergine era popolata di elefanti, rinoceronti, bufali, leoni, leopardi, antilopi, scimmie, serpenti ed innumerevoli piccoli animali...”. 

“Avevo sentito raccontare dell’eccezionalità di questa operazione. Come furono salvati gli altri animali?”, chiese Joanna. 

“In quei giorni a Kariba (ripresi), precisamente il 4 dicembre 1958, fu benedetta la Chiesa. Ricordo la cerimonia suggestiva: due operai aprivano il corteo, reggendo il grande crocefisso scolpito in legno da uno di loro, seguiti da bambini e bambine vestiti di bianco per la loro Prima Comunione e la Cresima... 

Dall’alto della collina, dove si ergeva la Chiesa dedicata a Santa Barbara, mi recavo ogni giorno a scrutare la valle che stava pian piano allagandosi. Un altro evento doloroso si era svolto in primavera, in coincidenza con l’ondata di piena: crollò un pozzo e perirono parecchi operai. Questo per dirvi che non furono soltanto gli animali a pagare con la vita o tutto l’ecosistema vegetale... 

Molti animali sembravano paralizzati dall’incredibile vista del grande fiume «che correva all’indietro» e si attardarono a mettersi in salvo. Alla Kariba - School non ci parlavano del dramma che stavano vivendo gli animali: ma l’omertà, in cui eravamo mantenuti (suppongo perché considerati troppo piccoli per comprendere), era rotta dai racconti degli operai. Mio padre, che lavorava in quei tempi nella foresta dopo aver dato il suo contributo ai lavori della cattedrale (esonerato per l’aggravarsi delle sue condizioni di salute), raccontava di incredibili avvistamenti di animali che si spostavano impauriti. 

Nel racconto di un suo amico, che era adibito a perlustrare le acque in espansione dello Zambesi, avevo sentito tutta la pietà per gli animali intrappolati nelle isole, che spogliavano la terra d’ogni filo d’erba per la fame. Furono viste scimmie (babbuini in particolare) disperate cercare larve e vermi, rivoltare sassi e tronchi d’alberi abbattuti... 

L’omertà delle autorità rhodesiane fu rotta dall’eco della notizia, quando qualche giornalista parlò della triste sorte degli animali. Arrivò proprio dall’Inghilterra la maggior pressione d’indignazione: si fece una sottoscrizione, fu destinato un fondo per il salvataggio degli animali di Kariba, con cui furono acquistati motori fuoribordo e barche insieme ad altro materiale di soccorso. 

Le offerte di aiuto delle persone sensibili, che desideravano venire a proprie spese a Kariba per contribuire alle operazioni di salvataggio, furono disattese dalle autorità...”, continuavo il racconto e sentivo tutta l’attenzione dei compagni amazzonici. 

“ Non comprendo il perché di questo atteggiamento delle autorità politiche ... ”, chiese Iris. 

“ Forse volevano dimostrare al mondo che potevano fare da soli ...”, rispose Joanna 

“ O più semplicemente poca coscienza di come salvare gli animali, di quell’ecosistema sullo Zambesi, non fosse unicamente un’operazione locale: oggi c’é più consapevolezza, grazie ad una maggiore sensibilità di parecchie associazioni ecologiste internazionali ”, intervenne Alexandro. 

“ E’ vero, ma tutto questo non è riuscito a fermare ancora il fagocitante delirio umano di affrontare i problemi della natura con molta incuranza! (Continuai)... Sfruttare e devastare l’utero della Terra è la vera follia a cui l’Umanità deve trovare un freno...”. 

“ E poi, cosa accadde, gli animali furono salvati? ”, chiese Iris. 

“ (...) I guardiacaccia della Rhodesia, insieme agli aiutanti indigeni, effettuarono la loro «Operazione Arca di Noe’». Chiesi della situazione al prete cattolico (Don Giuseppe Betta) e lui mi rassicurò che l’operazione era più semplice di quella storica del profeta biblico... Comunque fecero un buon lavoro di salvataggio. A costo di sfidare i pericoli di morsi, ed altri incidenti, i babbuini venivano prelevati nell’acqua avvicinandosi da dietro: afferrati per la testa con la sinistra e per la coda con la destra. 

Furono compilate tabelle per stabilire le distanze che potevano essere percorse a nuoto dagli animali stanchi ed in preda al panico: le antilopi 2 km. e mezzo, i babbuini 400 m. circa, altre scimmie all’incirca 200 m.; la gallina faraona 100 m., gli scoiattoli e le scimmie notturne appena una decina di metri. Le zebre, come le antilopi impala e i facoceri, tentavano raramente di nuotare; li prendevano con delle reti sulle isolette che erano destinate a scomparire e cosi venivano portati in salvo... 

Nelle calde sere a Kariba, mentre gli animali più fortunati che vivevano sui contrafforti delle colline continuavano indisturbati il loro concerto notturno, ascoltavo i racconti dei vicini, mentre gli adulti bevevano birra. Alcuni parlavano degli ultimi leoni e leopardi che erano stati avvistati mentre si rifugiavano nell’interno della foresta; la maggior parte dei felini si era già spostata in anticipo all’inizio della stagione delle piogge, prima dell’inondazione dell’habitat. 

Sentivo riferire che le impala avevano perso l’avversione per l’acqua, si erano messe a nuotare per alcuni tratti spinte dall’istinto di salvezza; mentre le antilopi cobo erano state viste aiutarsi a vicenda, nuotando in cordate per guadagnare le rive asciutte... 

Non so se tutto quello che ascoltavo fosse vero, certamente abbastanza suggestivo...”, continuavo ed ero compiaciuto della loro attenzione. 

“ E tu, cosa facevi ... Hai organizzato qualche azione di protesta?”, chiese Iris. 

“ Oh certo! A modo mio protestavo... Avevo appena undici anni! ”, risposi. (...) * 

 

 

 

 
 
 
 
E-mail | Forum | Ricerche | Contatti | Link
Copyright 2004 CINPSY Edition    Home    -   Libri   -   Autori   -   Attività   Powered by Globalife.it